Dito a scatto: le cause e i rimedi più adatti per curarlo
Il dito a scatto è un’infiammazione dei tendini molto diffusa ma spesso trascurata. Nello specifico si tratta dell’infiammazione della guaina che riveste i tendini delle dita che, ingrossandosi, non riescono più a passare attraverso il canale che permette la loro corretta flessione. All’inizio si riescono comunque a raddrizzare le dita, anche se con una certa fatica. Poi, invece, solo forzandole con uno scatto. Il pollice, il medio e l’anulare sono le dita più soggette a questo disturbo.
Le cause del dito a scatto
La guaina che riveste i tendini delle dita s’infiamma soprattutto per via delle attività che costringono a movimenti ripetitivi, come ad esempio scrivere tutto il giorno al computer. Ma l’infiammazione può dipendere anche dall’uso costante di pinze, martelli o strumenti che vibrano. A favorire la malattia contribuiscono anche alcune patologie sistemiche, come l’artrosi e l’artrite, e metaboliche come il diabete mellito, soprattutto la forma insulino-dipendente.
Dito a scatto: le cure
Quando compaiono i primi sintomi del dito a scatto è importante rivolgersi subito al medico. Se s’interviene nelle prime 2-3 settimane dalla comparsa del disturbo, può essere sufficiente ricorrere alla fisioterapia per ridurre l’infiammazione e bloccare l’evoluzione della malattia. In questo caso possono bastare una decina di sedute di laser o di tecarterapia oppure 3 sedute di onde d’urto.
Se si trascura la patologia, invece, si rischia di dover ricorrere alla chirurgia. In questo caso, si tratta di eseguire un’incisione di 1-2 centimetri che permette di liberare il tendine bloccato. L’intervento si esegue in anestesia locale e dura pochi minuti.
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